Quando pensi di averle viste tutte, ecco che inesorabilmente arriva un qualcosa che va aldilà di ogni tua immaginazione. Succede nella vita, succede spesso e volentieri nel mondo del calcio. Perchè se qualcuno pensava che dopo diffide, tornelli, leggi anti-tifo, articolo 9, tessere del tifoso e soprusi vari la repressione avesse superato ogni limite, si sbagliava di grosso e la situazione odierna a Roma lo può confermare.
Si signori, finalmente ci sono riusciti. Finalmente sono riusciti a erigere delle barriere in curva, finalmente sono riusciti a dividere i tifosi fisicamente. Come se telecamere, biglietti nominali e le leggi citate in precedenza non bastassero. Eppure dentro le curve non succede più niente da anni...e allora perchè tutto questo accanimento? Secondo prefetto e questore, le motivazioni di questo provvedimento sono da ricercare nel sovraffollamento delle due curve, scusa che puntualmente è stata smontata a più riprese da diversi giornalisti e dalle due società calcistiche. Anche perchè in seguito lo stesso prefetto ha dichiarato che: "Le barriere si possono levare, ma ci penseremo solo se i tifosi inizieranno a comportarsi a modo", contraddicendosi di fatto con la precedente dichiarazione. Questo teatrino delle istituzioni, per altro già visto e rivisto in passato, la dice lunga sulla realtà di questo provvedimento gratuito e ultra-repressivo.
Ma per capire bene la natura di questo provvedimento, dobbiamo tornare a quel Roma-Fiorentina di Europa League dello scorso marzo, quando gli ultras romani, dopo la pesante sconfitta subita, chiamarono la squadra sotto la curva per contestarla apertamente. Quel comportamento non andò giù a lega calcio e istituzioni, che puntualmente si radunarono per decidere sul da farsi. Da lì a pochi mesi il progetto si realizzò: barriere in curva e ultra-repressione, il tutto fregandosene altamente delle direttive UEFA, che combinazione, da anni predica stadi pieni e senza barriere.
Ma l'innalzamento delle barriere in curva non è l'unico provvedimento utilizzato da Prefetto e dal Questore di Roma. Da inizio campionato infatti i controlli allo stadio olimpico sono serratissimi e questi stanno creando parecchi disagi ai tifosi, soprattutto a quelli delle due curve. Di cose fino a oggi ne sono successe parecchie. In Roma-Juventus di inizio campionato la polizia è entrata addirittura in curva, gesto che dalle parti di Roma non si vedeva più da decenni, mentre in Lazio-Bologna sono stati identificati dalla polizia 40 tifosi laziali colpevoli di intonare cori contro il nuovo provvedimento fuori dallo stadio. Ma non è tutto: in molti sanno che il derby romano si è giocato in un clima surreale, con le due curve lasciate vuote dai tifosi in segno di protesta, ma nonostante ciò i controlli sono stati serratissimi con addirittura sequestri di volantini (che guarda caso spiegavano le ragione della protesta) e con perquisizioni preventive il giorno prima della partita in casa di alcuni tifosi. Insomma, un clima da regime totalitario, che però la maggior parte dei tifosi di entrambe le tifoserie non è disposta più ad accettare. La loro protesta di diserzione va avanti e noi non possiamo che condividerla.
Tornando ai giorni nostri, a Roma l'argomento tiene ovviamente banco da diverse settimane. Il coro è unanime: nessuno vuole le barriere, nessuno vuole questa politica repressiva. Non le vogliono le due società(che però si sono guardate bene dallo schierarsi apertamente al fianco dei propri tifosi) costrette a giocare ogni partita casalinga in un clima surreale e a veder crollare vertiginosamente la voce "incassi"; non le vogliono parecchi politici, come ad esempio il consigliere regionale del Lazio Adriano Palozzi: "Nutriamo più di qualche dubbio sul fatto che il prefetto Gabrielli conosca lo stadio Olimpico. Perché, se lo avesse conosciuto davvero, a quest’ora avrebbe già dato risposte concrete e convincenti in merito ai vetri divisori, che impietosamente continuano a erigersi all’interno delle curve Nord e Sud, feudi del tifo biancoceleste e giallorosso, e che tante critiche hanno suscitato in città nelle ultime settimane. Continuiamo a domandarci come mai Gabrielli pensi di recintare come bestie semplici cittadini che si presentano all’Olimpico per tifare semplicemente la propria squadra del cuore." Ce lo chiediamo anche noi, sperando che questa situazione si risolva e che non contagi anche il resto delle curve italiane.
NO ALLE BARRIERE! SI AL TIFO LIBERO!