Fine anno, tempo di bilanci. Il 2015 calcistico, ancor più forse degli anni precedenti, va in archivio nella maniera più triste e malinconica possibile. Leggi anti-tifo, curve vuote per protesta, caro-biglietti, campionato e coppa Italia ai minimi storici in termini di presenze allo stadio, tifosi scontenti e privati quasi interamente della propria passione. Le cause del declino sono molteplici.
Prendiamo ad esempio la tessera del tifoso. Siamo da poco entrati nel sesto anno dalla sua introduzione e la domanda è sempre la stessa: per quanto tempo ancora dovrà durare questa pagliacciata?
A porci questa domanda non siamo solo noi. Anche tifosi, politici e persone comuni se lo chiedono. Eppure le istituzioni continuano imperterrite a non voler sentire ragione, anzi, rilanciano attraverso i media addomesticati. I dati, che di seguito vedremo impietosi, vengono rivisti in stile elettorale, dove chi non ha vinto, ha perso meno del previsto. La sensazione è quella che tornare sui propri passi, concedere più libertà ai tifosi, venga recepito come segnale di resa. Siamo coscienti che se il sistema calcio affonda inesorabilmente non può essere colpa solo ed esclusivamente della tessera del tifoso, ma sicuramente quest'ultima ha fatto la sua parte.
Pochi giorni fa, l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (l'organo del Ministero dell'Interno che ha fra i vari compiti, quello di decidere se concedere o meno una trasferta specifica ad una determinata tifoseria), ha stilato il consueto rapporto annuale. Dicevano che la tessera del tifoso doveva garantire sicurezza. Eccola qui la loro sicurezza: udite e udite, la stagione 2014-2015 ha fatto registrare un incremento del 4,5% degli incontri con feriti, ma ben più ampia risulta la percentuale relativa ai soli campionati professionistici (serie A, B e Lega Pro), con un aumento del 22%. Rispetto alla stagione precedente (2013/2014) si è riscontrato un netto miglioramento in serie A (-17,9% di incontri con feriti) e un significativo peggioramento della situazione in serie B (+84,6%) e Lega Pro (+128,5%). Per quanto riguarda questi ultimi due dati, c'è poco da parlare, perché i numeri parlano da soli.
Per i dati sulla Serie A invece, occorre fare una riflessione. Dal report emerge che il dato degli incontri con feriti è in leggera decrescita, ma questo non tiene conto del decreto-stadi realizzato da Alfano all'inizio della stagione 2014/2015. L’Osservatorio, infatti, grazie a questo decreto, ha vietato a più riprese trasferte "calde" a tifoserie tesserate, pratica costante che fra l'altro viene attuata ancora oggi. Questo quindi, come ben potete capire, non ha permesso alcuna possibilità di scontro.
Ma al di là dei numeri, è la concezione calcio-tifoso che deve cambiare. Perché finché il tifoso verrà ostacolato e represso, anche il sistema stesso continuerà a risentirne. E' palese che sia così e chi frequenta gli stadi lo sa perfettamente. Ridate alle curve il loro potenziale, il loro spettacolo, i loro striscioni e le loro coreografie. Ridate al tifoso la libertà di esprimersi e di seguire la propria squadra ed i risultati non tarderanno ad arrivare.
Noi purtroppo non abbiamo la bacchetta magica e non possiamo cambiare le leggi, ma quello che possiamo e dobbiamo fare è combattere con tutte le nostre forze. Per la nostra passione, per la nostra squadra e per il calcio.